GIOVANNA LACEDRA
***
Quali ineluttabili sussulti
Nell’ipnotismo
di tiepidi,
voraci aneliti.
Quali inverosimili scintillii,
oltre le appannate trasparenze
e l’orizzonte
in tenebre.
Questa carne non mi appartiene,
questo spasmo da godiva
tra gli affanni
in gloria;
dolce strega
la tua boria
mi sovrasta,
mi trasforma.
Tu sei in me come fiamma
tra la cenere
dispersa;
tu sei in me come squarcio,
sanguinante
amarezza.
©Giovanna Lacedra | 1999
[Pubblicata all'interno della raccolta di Poesie "Schegge" di Giovanna Lacedra - LibroItaliano Editrice - 2001]
SAMUEL
Sottilmente trattengo
quella goccia
di flebile pulsione;
cristallo
di voce infranta,
che di lacrima
in stagno
acutizza il suo lamento.
È un grido senza inciso,
un grido che non chiama,
un figlio che non nasce…
…amore che non si ama.
©Giovanna Lacedra | 2000
[Pubblicata nell'Antologia del Premio "Nicola Mirto" - 2001]
ALCHIMIA
Uno squarcio di luce sibila
e insinuandosi piano vomita
esoteriche pulsioni
da un’antica feritoia.
Non sento lame a trapassarmi
né ambigue mani a seviziarmi
lungo questa notte etilica,
dentro piaghe dissepolte.
Fingo un attimo di morte,
faccio appello all’artificio,
strappo lingue a schiuse bocche
recidendo il mio suffragio.
E distorco gli anatemi
che hai sputato sul mio altare
profanando vani emblemi
tra putredini e reliquie.
Non ti devo alcun silenzio,
né uno straccio di passione,
la tua bifida indolenza
è un conato nella fame.
Sono io quell’alchimista
che tramuta la tua fiamma
in una ninfa perversa
masturbata da un fantasma.
©Giovanna Lacedra | 2001
[Pubblicata nell'Antologia del Premio "Fonopoli - Parole in Movimento" III edizione - 2001\2002]
GESTAZIONE
Stanco il sonno
sproloquiando
appunti
di vita sparsa.
©Giovanna Lacedra | 2002
ANATEMA
L’inesatto
chiede specchi
all’inesaltabile
e pochi
sono ancora
i riflessi
che incantano
il buio.
©Giovanna Lacedra | 2003
[Pubblicata nell! Antologia "Toscana Autori" Ibiskos Editrice - Empoli (FI) - 2003]
VERTICALE
Vieni.
E restami
appoggiata
come
un gambo
alle
pareti
del vento.
©Giovanna Lacedra | 2003
LITANIA
Dilaga piano.
Quando le acque
non hanno morsi,
quando le sponde
riposano illese
o quando l’orizzonte
appare vuoto,
vuoto come
un presentimento.
Dilaga piano.
Quando tutto
appare fermo
oppure quando,
dalla mano del vento,
io persino
mi sporgo.
©Giovanna Lacedra | 2003
***
Ogni parola
è un sasso che perdo:
un micro-macigno
caduto
e che rotola
sino al tuo confine.
Ma non senti
TU
e mi scalci nell’ombra
di un nero più vero di me.
©Giovanna Lacedra | 2005
[dalla raccolta inedita "Angeli Ignoti"]
L'UOMO E IL MARE
Ti eccede
dallo sguardo
il mare.
E sono
soltanto un uomo
incapace
di nuotare.
©Giovanna Lacedra | 2005
[Pubblicata nell'antologia "L'uomo e il Mare" - EnnepiLibri 2006]
BUIA
L’acqua
dei miei occhi
quando getta
al bordo delle dita
una fune
di silenzio
© Giovanna Lacedra | 2010
VERTIGINE
È amore –
lo so –
quello che vieni
ad insegnare
al mio cuore
ogni volta
che mi guardi
radioso
e silente
come hai fatto
ieri notte
mentre
tiravi su
le mie braccia
per
sfilarmi
la maglietta
e
negli occhi avevi
un sorriso
che nessuna bocca
potrà mai fare;
quello
di chi affaccia
il proprio sguardo
nel pozzo
di un’infinita
vertigine.
© Giovanna Lacedra | 2009
IL MIO POCO, LA MACCHIA, L'UMIDO
Di questo troppo sentire
non sento
il mio poco,
la macchia,
l'umido,
silenzio di bava
caduto ad asciugare,
sul fondo
di un bicchiere.
© Giovanna Lacedra | 2010
MAPPATURA
Sono una donna
di carta.
Sono una donna
che cerca
se stessa.
Sono una donna
nell’iperspazio
della tua
fragilità.
Bonifico il vuoto
interstellare
e mi dirotto,
localizzandomi
in altra
luce.
© Giovanna Lacedra | 2012
SOSPESA
Se m’infrango –
Amore –
raccoglimi.
E ricomponimi
piano
nella culla
delle tue
mani.
©Giovanna Lacedra | 2013
ASSEDIO
Tra me –
e me –
l’ingombranza
della tua
assenza.
©Giovanna Lacedra | 2013
DIARIO FLUTTUANTE
Le mie parole
ondeggiano –
traboccanti
derelizioni del sentire.
Le mie parole
galleggiano
sulle acque chete
del tuo
silenzio.
Parole inutili,
sì.
Ninfee marcite
su un’acqua sporca.
Parole inutili,
sprecate.
Parole andate
e
mai state
tue.
© Giovanna Lacedra | 2014
INFRANTA
Infranta –
la pagina bianca,
la voce, la vita.
La roccia del mio cuore
stretta
nel tuo pugno.
Infranta –
la lingua che lecca
e ferita raccoglie
il sale
di lacrime pungenti.
Infranta –
la bolla di silenzio
in cui
tacevo
il bisogno e la paura.
Infranta –
la quinta dietro cui
sibilavano
le grida.
Il tuo nome
si frantuma.
E baci –
su baci su baci –
cadono a pezzi
sul pavimento.
© Giovanna Lacedra | 2015