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CLARESCERE

[2019]

Una performance scritta e agita da Giovanna Lacedra

 

 

“Viva luce illumina ciò che luminosamente si unisce a ciò che è luminoso”.

(Scriptum Consecrationis - Abate Suger )

 

 

Viva luce. A perdere il buio.

Si dice che il nero sia la riva opposta del bianco. Se il bianco è luce, come somma di tutti i colori,

il nero ne è assenza totale.

Viva Luce. Come quella che scova, afferra, tira fuori dalle tenebre caravaggesche l’essenziale.

Una Luce-verità.

Nella dicotomia più tradizionale la luce è il bene, il nero è il male.

È nero il mondo che ho dentro se ho dovuto gravarlo di pesi oscuri, perdite, sofferenze, glaciazioni. È nero il mondo che ho dentro se per sopportare quel peso ho dovuto dimenticarmi di me. Ma ciò che è preziosamente intimo, resta puro, da qualche parte. Sui fondali di un veleno liquido, aspetta.

Non è andato perduto, è stato soltanto subissato.

Tornare, allora è un percorso.

Un sentiero longitudinale. Da attraversare senza sgravarsi sveltamente di quel peso. Perché è il peso stesso a riportarci alle sue profondità. Ed è in quelle profondità che potremo salvare qualcosa.

Clarescere. Divenire chiari. Farsi Luce. Rischiararsi.

Lentamente tornare a manifestarsi a se stessi. In un tempo necessario, di una lentezza necessaria.

Clarescere. Aprirsi. Passo dopo passo. Incedere e fermarsi. Avere cura. Ritrovarsi.

Clarescere è un sottile sentiero bianco da attraversare.

In punta di piedi. Come un’equilibrista. Reggendo il peso del proprio veleno in un’ampolla vitrea. Il peso di un’acqua buia. Il peso tossico. Accettarlo. Proteggendolo.

Bisogna stare.

Bisogna accarezzare, levigare, ripulire. Ogni cosa, lentamente.

Farsi luce, farsi puri.

Perché dentro conserviamo meraviglie. Come corpi molli protetti da conchiglie. È una ricchezza subissata da un mare oscuro, che siamo chiamati a rischiarare.

 

 

[©Giovanna Lacedra 2019]

TAPPA 1:  Live Performance "Calisto Cafè" - Vailate (CR)  - 11GIUGNO 2019
Ph. Antonio Delluzio

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