GIOVANNA LACEDRA
I want somebody to share acrilico su tela cm50x70 2006 (collezione privata)
"L'ombra e il movimento in cui consisto" [F.Pessoa] acrilico su tavola telata cm20x30 2006
Musica dell'indifferenza (Samuel Beckett) acrilico su tavola telata cm24x30 2006 (collezione privata)
"Se per me nella folla è il vuoto" (Antonia Pozzi) acrilico su tavola telata cm20x30 2006
"Questi grandi acrobati del vivere sociale" (Moliere) acrilico su tavola telata cm30x24 2006
"Segretezza polare, che è un’ anima al cospetto di se stessa..." [Emily Dickinson] acrilico su tela cm30x30 2006 2006 (collezione privata)
"O tell me the truth about love... " (W.H.Auden) acrilico su tela cm30x30 2006
"I pensosi rematori senza viaggio" [Luciano Erba] acrilico su tavola telata cm20x30 2007
"Voice cryng exclusion in my ear" (Sylvia Plath) acrilico su tela cm30x30 2007
I've become so numb (I can't feel you there) olio su tela cm30x30 2007
"La fuga è dentro" [L.Cernuda] acrilico su tavola telata cm20x30 2007
" Tutta la vita si è fusa nelle mie rughe" [Nazim Hikmet] acrilico su tavola telata cm30x24 2007 (collezione privata)
"I lunghi singulti dei violini d'autunno" (Paul Verlaine) acrilico su tela cm20x20 2008
"I lunghi singulti dei violini d'autunno" (Paul Verlaine) acrilico su tela cm20x20 2008
"I lunghi singulti dei violini d'autunno" (Paul Verlaine) acrilico su tela cm20x20 2008
"Guardi come mi attende e non vede..." [Cesare Pavese] olio su tela cm40x80 2008
"Il bagno ignoto di tutti i giorni e lo sconforto quotidiano dell'anima"(Kikuo Takano) acrilico su tavoletta telata cm18x24 2008
"Io è un altro" [A.Rimbaud] acrilico su tavola telata cm18x24 2008
DISTANZE: SOLITUDINI CONTEMPORANEE
[2006-2008]
La solitudine più spietata non è quella dell’isolamento, ma quella del sentirsi solo nella massa.
È questo per Adorno e Hanna Arendt il tratto fondamentale della solitudine contemporanea: è nell’essere anonimo tra la gente che l’esperienza dell’abbandono conosce la sua massima amplificazione.
A questa derelazione post-moderna si dedica la raffinata opera pittorica di Giovanna Lacedra :
i corpi, i volti, lo sfondo del metrò, riprodotti secondo una tecnica volutamente fotografica, presentificano un’assenza che sembra consumare l’eros del legame. Diversamente però da Hopper e da altri sui contemporanei, come ad esempio i ritratti di Milano offerti da Papetti o da Frangi, il realismo di Lacedra non utilizza la luce, né le possibilità sfumate del colore, quanto piuttosto la sterilità chirurgica del bianco e del nero. L’istantanea asettica dell’immagine sospende il tempo, rendendolo immobile e ponendolo volutamente in contrasto con il ritmo frenetico e alienante della città. Le posture dei corpi, i loro volumi e le loro articolazioni stratificate producono l’effetto di evidenziare , nella divaricazione costante degli sguardi, una separazione di traiettorie che fissano il vuoto irrappresentabile che attraversa questo paesaggio umano dalle atmosfere desolatamente lunari.
(Massimo Recalcati - Psicoanalista lacaniano)