GIOVANNA LACEDRA
"L’infanzia, il passato, gli incubi, ma anche i traumi irrisolti, la violenza di genere, i disturbi alimentari; Giovanna Lacedra non ha paura di toccare con il suo lavoro di pittrice e di performer i temi più difficili di quella che si potrebbe definire la femminile quotidianità. E di fare del proprio corpo un prezioso strumento al servizio dell’arte. Una delle prime performance con cui si è fatta conoscere, Io sottraggo, affrontava senza sconti il dramma durissimo dell’anoressia. Esile fino alla trasparenza, fino all’annullamento, lei incantava il pubblico costringendolo a fissare lo sguardo su un male dell’anima che non è circoscritto e lontano, ma al contrario subdolamente radicato nella società contemporanea. La poesia struggente di Sylvia Plath è al centro di potenti lavori installativi e di una performance sull’amore malato, L’aspirante, dove l’artista, sposa dal volto tumefatto, lavando coltelli insanguinati ascolta le parole dell’uomo, dure come schiaffi. E ancora Nonsonomaistataunabambina, ricostruzione incantata e tragica di un’infanzia rubata. Temi insidiosi, sempre gestiti da Giovanna Lacedra con impeccabile grazia. Come accade nella performance Paràdeigma, dove due voliere – simbolo delle gabbie in cui sigilliamo le nostre vocazioni più autentiche – si spalancano davanti agli occhi dello spettatore, e dove lui è invitato a cercare tra le foglie la parola emblematica del proprio destino, la chiave della propria realizzazione, mentre l’artista, sacerdotessa e fata, muovendosi leggera sulle note del violino ci aiuta a riaccendere dentro di noi quella fiamma che non dovrebbe spegnersi mai."
[Alessandra Redaelli - Curatrice e critica d'arte]
"The childhood, the past, the nightmares, but also the unresolved traumas, the gender violence, the eating disorders; with her work as a painter and performer, Giovanna Lacedra is not afraid to deal with the most difficult themes of what it could be defined as the feminine daily life, and to make her own body a precious tool at the service of art. One of the first performances with which she introduced herself in the art world, I subtract, faced without hesitation the tough drama of anorexia. With her slender body, almost transparent until the annihilation, she enchanted the audience forcing it to stare at a soul disease that is not circumscribed and distant, but on the contrary is sneakily rooted in the contemporary society. Sylvia Plath's poignant poetry is at the center of powerful installation works and of a performance focused on the sick love, The aspirant, where the artist, in the role of a bride with a tumefied face, hears the words of her man, words hard as slaps, while washes gory knives. And again, NONSONOMAISTATAUNABAMBINA (I’ve never been a child)”, that is an enchanted and tragic reconstruction of a stolen childhood. Insidious themes, always managed by Giovanna Lacedra with impeccable grace. Like in Paràdeigma, a performance where two aviaries - the symbol of the cages where we seal our most authentic vocations - open in front of the spectator's eyes, and he is invited to look for the emblematic word of his own destiny, the key of his own realization, among the leaves while the artist, like a priestess and a fairy moving lightly on the notes of the violin, helps us to rekindle that inner flame that should never go out."
[Alessandra Redaelli - Curator and Art Critic]