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L'ASPIRANTE

[2013 - 2016]

Una performance scritta da Giovanna Lacedra

Performers: Giovanna Lacedra e Roberto Milani 

“Io sono legata a te indipendentemente dalla mia volontà, anche se

quando ho promesso a me stessa di vivere per te non sapevo

 che sarei stata ferita, ferita, ferita per l’eternità…”

[Sylvia Plath – DIARI – 6 marzo 1956]

 

Alle privatissime pagine dei suoi “Diari”, Sylvia Plath – poetessa americana del filone Confessional – confidava il timore di cadere nella trappola di una unione matrimoniale che, attraverso l’adempimento passivo ad un ruolo servile, avrebbe potuto costarle il caro prezzo delle proprie velleità, della propria identità e della propria dignità.

 “L’ASPIRANTE” Performance nasce da una riflessione sulla prevaricazione di genere – psicologica e  intellettuale prima ancora che sessuale o fisica  – usata sulle donne e subita da queste ultime, a tutt’oggi, in fragilissimo silenzio. È frutto di una reinterpretazione in chiave contemporanea della omonima poesia, scritta dalla Plath nell’autunno del 1962, subito dopo il fallimento del suo matrimonio con il poeta Ted Hughes. Sylvia lo adorava, ma si sentiva in qualche modo a lui inferiore. Senza Ted non riusciva a vivere, lo amava follemente e ne era soggiogata. Lui infedele, lei profondamente gelosa. Non sapeva separarsene, eppure sentiva che la sua dedizione e il successo di lui la bloccavano nella sua attività di scrittrice: non riusciva a creare, strappava, appallottolava pagine e annullava idee. Mentre lui creava e pubblicava, lei rallentava. Invece di dedicarsi alla scrittura si occupava della casa, dei bambini, di fare dolci, pulire la cucina, riordinare la casa, portargli la posta, battere a macchina i suoi versi, iscriverlo a concorsi di poesia. Lo aiutava a brillare, spegnendo se stessa ogni giorno di più. Poi lui la lasciò. E fu buio. Fu silenzio. Fu tagliente poesia.

Quel blocco creativo e quella perdita di identità che l'avevano asserragliata e indotta ad una sorta di apnea depressiva, si tramutarono, in seguito alla separazione, in un getto inaspettato di versi e liriche. Quasi come se l’abbandono fosse stato una sorta di emancipazione. Quell'autunno, infatti Sylvia partorì la sua più celebre raccolta di poesie, “Ariel”, di cui L’Aspirante fa parte. "Sono una scrittrice geniale, ora lo so. Me lo sento, sto scrivendo le poesie più belle di tutta la mia vita, mi renderanno famosa...", scrisse a sua madre il 16 ottobre 1962. Sentiva di essersi liberata da una violenza molto più sottile e affilata delle percosse. Una violenza intima, psicologica, emotiva e incessante. Quella di una quotidianità fatta di parole smarrite o acuminate. E in cui viveva una condizione di passiva sudditanza. Nonostante questo, l'11 febbraio 1963 Sylvia Plath si suicidò. Aveva appena trentun anni.

I versi della poesia da cui prende il nome questa performance raccontano di una donna funzionale all'uomo, una donna manichino, una donna comoda, che sa fare ciò che serve, che ha i requisiti per essere in quel ruolo che Sylvia aveva sempre temuto e del quale alla era diventata prigioniera. L'aspirante è una donna schiava di un sogno infranto, una donna tutta devota all'uomo, efficiente e da lui dipendente, incastonata in un ruolo di sudditanza che la rende servile.

L’aspirante è una donna che dimentica la propria identità pur di restare in un legame insano.

“The Aspirant” is a performance conceived and written in September 2013, after the rereading f the homonymous poem by Sylvia Plath and her Diaries. It is a project in which Giovanna Lacedra addressed the issues of abuse and gender violence, an intellectual and psychological violence rather than physical. It was staged by Roberto Milani and the artist herself between 2013 and 2015 in the following location: Amy-D art gallery in Milan; ArtVerona 2013, for CUNTemporary Art | Feminism | Queer (a non-profit organisation from London); Cesena Municipal Gallery, Old Fish Market, with the sponsorship of the City of Cesena and the Department of Political Differences; House Museum of Ludovico Ariosto in Ferrara; Voltorre Cloister in Gavirate (Varese) during “The snow has no voice”, exhibition curated by Alessandra Redaelli.

Giovanna Lacedra 2013]

  • TAPPA 6: C.R.A. Centro Raccolta Arte  - San Miniato (PI) – 2 Aprile 2016. A cura di Roberto Milani.

  • TAPPA 5: Chiostro di Voltorre – Gavirate  (VA) in occasione del vernissage della mostra al femminile “ LE NEVE NON HA VOCE | cinque artiste indagano la violenza del malamore”  a cura di Alessandra Redaelli. 8 Marzo 2015.

  • TAPPA 4: Casa Museo di Ludovico Ariosto | Ferrara. In occasione del Finissage della rassegna d’arte contemporanea “Aliens – Le forme Alienanti del Contemporaneo” organizzata da Frattura Scomposta Contemporary Art Magazine, con il Patrocinio del Comune di Ferrara. Performer : Giovanna Lacedra e Roberto Milani. 27 Settembre 2014.

  • TAPPA 3: Galleria Comunale Ex Pescheria | Cesena. in collaborazione con Associazione Atera, Forum Donne e con il il Patrocinio del Comune di Cesena – Assessorato Politiche delle Differenze. Performer: Giovanna Lacedra. 23 Novembre 2013.

  • TAPPA 2: ArtVerona – Fiera d’Arte Contemporanea – 2013 | Verona.  Per CUNTemporary Arts| Feminism | Queer of London. – Area Indipendents. Performers: Giovanna Lacedra e Roberto Milani. 12 Ottobre 2013.

  • TAPPA 1: Galleria Amy-D Arte Spazio | Milano. Performers: Giovanna Lacedra e Roberto Milani. 12 Settembre 2013.

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